Oramai ne sono convinto... la cultura é sinonimo di belle donne, attenzione non ho detto belle fighe, quelle le troverete alla voce: calcio e televisione oppure eventualmente sotto finanza. Con questa intro vi lascio vagamente intuire il tenore di questo post. Sì certo al vernissage ci sono andato per vedere la mostra, ma anche per vedere chi era invitato. Devo dire in tutta onestà che c'era veramente di tutto: eleganti, straccioni, studenti (pochi), belli, brutti, giovani, vecchi, vestiti casual, stravaganti, vestiti da sera, usciti dal lavoro... Oddio... poche scarpe da tennis e a mio parere anche poche persone con una reddita mensile inferiore ai 1500 neuri.
Tutta la mostra é nella penombra, al centro della sala due divani, tre poltrone e quattro tappetti. Tutti parecchio vecchi, sono sicuro che appartengono a P.S. Sparsi in giro una decina di schermi sospesi, due muri riempiti di disegni, gli altri con foto, qualche installazione minimal e diverse bacheche riempite dei più disparati cimeli. Si tratta proprio di una Camera delle meraviglie o Cabinet de curiosités.
(reportage alla tele..)(la versione in inglese).
Strana, molto strana.. e la mostra e P.S. ... magari il termine più appropriato é singolare, però preferisco strana.. Opere realizzate tra il 1967 (anno in cui s'installa a NY e incontra Robert Mapplethorpe eccerto proprio quello che ha fatto quella foto di Louise Borgeois col 'cazzo' sottobraccio) ed oggi. Molte delle foto sono posteriori al 1995 (anno in cui perde il marito e il fratello..) quasi tutte fatte con una Polaroïd Land 250. Ci stanno le pantofole del suddetto R.M., il letto di Virginia Woolf, la macchina da scrivere di Hermann Hesse e pure le coperte di Rimbaud (grande fonte d'inspirazione).
Ma passiamo ad argomenti più faceti.. che le mostre non si raccontano, si vanno a vedere.. Ci sono due punti dolenti, uno sicuramente non voluto e l'altro probabilmente voluto...
Il primo riguarda la ventilazione e l'igiene personale della "bella gente", da un lato lo spazio inferiore della Fondazione Cartier non prevede un sistema d'areazione per 300/350 persone contemporaneamente, ma soprattutto non prende in considerazione questa strana abitudine dei ben-pensanti e non, di non lavarsi o lavarsi poco, se poi aggiungiamo il fatto che metà della gente tiene il cappotto per sudare meglio, siamo a cavallo!
Quindi vi lascio immaginare "l'atmosfera" o il clima se preferite. Subtropicale cazzo! Sembrava di essere in una palestra di una scuola media a Bogotà!
Il secondo rammarico viene dalla totale assenza di didascalie, commenti o spiegazioni. Figuriamoci le date... Ora, si trattasse solo di una mostra di dipinti ancora ce la si potrebbe fare, ma visto che ci sono foto, oggetti personali, filmati, documenti, pagine di diario, lettere manoscritte e altri oggetti di uso comune, magari un minimo di spiegazioni non avrebbero fatto male. Poi magari sono io che sono capra e che probabilmente se ci fosse stata una spiegazione non l'avrei letta.
Purtroppo o per fortuna non conosco abbastanza bene le facce della "gente che conta" in Francia (e men che meno in Italia), e quindi non saprei manco dirvi chi c'era. Però se vi può interessare, mentre facevo il giro della mostra, ad un certo punto mi sento un po' oppresso da un nugolo compatto di gente alla mia destra, per fortuna io continuo il mio percorso a sinistra, mi sposto e tempo un minuto e sono di nuovo schiacciato, poi c'é pure un un pirla che fa le foto col flash.. Al che l'illuminazione tardiva.. Ma che magari c'é un VIP? Ed in effetti guardo meglio la truppa compatta e al centro in un vuoto surreale -vista la concentrazione di persone- un'arzilla sessantenne di nome Patti Smith che fa tranquillamente da cicerone all'amico suo, Michael Stipe.
Alla fine sono (anche) queste le vere soddisfazioni nella vita.
Il primo riguarda la ventilazione e l'igiene personale della "bella gente", da un lato lo spazio inferiore della Fondazione Cartier non prevede un sistema d'areazione per 300/350 persone contemporaneamente, ma soprattutto non prende in considerazione questa strana abitudine dei ben-pensanti e non, di non lavarsi o lavarsi poco, se poi aggiungiamo il fatto che metà della gente tiene il cappotto per sudare meglio, siamo a cavallo!
Quindi vi lascio immaginare "l'atmosfera" o il clima se preferite. Subtropicale cazzo! Sembrava di essere in una palestra di una scuola media a Bogotà!
Il secondo rammarico viene dalla totale assenza di didascalie, commenti o spiegazioni. Figuriamoci le date... Ora, si trattasse solo di una mostra di dipinti ancora ce la si potrebbe fare, ma visto che ci sono foto, oggetti personali, filmati, documenti, pagine di diario, lettere manoscritte e altri oggetti di uso comune, magari un minimo di spiegazioni non avrebbero fatto male. Poi magari sono io che sono capra e che probabilmente se ci fosse stata una spiegazione non l'avrei letta.
Purtroppo o per fortuna non conosco abbastanza bene le facce della "gente che conta" in Francia (e men che meno in Italia), e quindi non saprei manco dirvi chi c'era. Però se vi può interessare, mentre facevo il giro della mostra, ad un certo punto mi sento un po' oppresso da un nugolo compatto di gente alla mia destra, per fortuna io continuo il mio percorso a sinistra, mi sposto e tempo un minuto e sono di nuovo schiacciato, poi c'é pure un un pirla che fa le foto col flash.. Al che l'illuminazione tardiva.. Ma che magari c'é un VIP? Ed in effetti guardo meglio la truppa compatta e al centro in un vuoto surreale -vista la concentrazione di persone- un'arzilla sessantenne di nome Patti Smith che fa tranquillamente da cicerone all'amico suo, Michael Stipe.
Alla fine sono (anche) queste le vere soddisfazioni nella vita.