Sono due mesi esatti che tengo da parte questa doppia recensione, aspettando che il clima sia propizio e prepuzio ovvero che le temperature s'abbassino, è il caso di Parigi, stanotte s'è toccato i -2°, non è però il caso dell'Italia dove si viaggia sempre intorno ai 13°/15°. Notare come i titoli degli album siano parecchio evocativi...
Il primo dei due project qui esposti e proposti ve lo butto giù in maneria stramba, perchè in un colpo solo metto in pentola sia Ballad of the Broken Seas che ha già due anni (registrato nel 2005 e pubblicato nel 2006), sia Sunday At Devil Dirt (registrato l'anno scorso e pubblicato quest'anno). E visto che sono più legato al primo e che il secondo l'ho ascoltato distrattamente è come se parlassi di un solo album e l'altro lo segnalassi giusto per dovere di cronaca...
Forse dicendo solo che si tratta di una collaborazione tra Isobel Campbell & Mark Lanegan, alcuni diranno apperò, ma la maggior parte secondo si dirà vabbe' sticazzi machissono?... Se invece aggiungo che la prima è una cantante e violoncellista scozzese che faceva parte de Belle & Sebastian e che il secondo è un cantante statunitense che è stato la voce della band Screaming Trees e membro de Queens of the Stone Age le cose già cambiano...
Il primo album è, a mio parere, un opera estremamente riuscita, non ha ricevuto delle critiche estremamente positive, ma non è stato nemmeno bastonato, forse il tutto può risultare monotono, ma a me i western piacciono, anche per il loro essere ripetitivi, e in un certo senso quest'album è un po' un western.. un susseguirsi di folk, blues e country nel quale il buon Lanegan s'atteggia a crooner e viaggia tra Tom Waits e Johnny Cash, sembra scritto interamente per lui, ma forse è voluto, però poi la commistione delle due voci fa subito pensare a certi duetti contrastanti come Serge Gainsbourg e Jane Birkin. La particolarità è che Campbell e Lanegan non hanno registrato quest’album insieme. E’ stato prodotto e scritto dalla Campbell per gran parte a Glasgow, mentre le parti vocali di Lanegan sono state registrate separatamente a Los Angeles.
Il secondo album, ancora una volta scritto principalmente dalla Campbell con Lanegan come prima voce, si sente che l'hanno lavorato insieme. Siamo oramai nel pieno Far West, l'asciutta e austera voce di Lanegan si fonde con l'angelica e romantica voce della Campbell, la critica l'ha trovato più convincente del primo rimanendo pur sempre monotono, a questo giro direi che Lanegan suona un po' tra Nick Cave e Leonard Cohen, ma non ho ancora avuto modo di godermelo completamente. Magari col tempo cambierò idea... per ora vi lascio con un paio di pezzi da Ballad of the Broken Seas perchè lo conosco meglio e rischio di sbagliarmi meno...
Isobel Campbell & Mark Lanegan - "Deus Ibi Est"
Isobel Campbell & Mark Lanegan - "Saturday's Gone"
Isobel Campbell & Mark Lanegan - "Ramblin' Man" (Hank Williams cover)
Forse dicendo solo che si tratta di una collaborazione tra Isobel Campbell & Mark Lanegan, alcuni diranno apperò, ma la maggior parte secondo si dirà vabbe' sticazzi machissono?... Se invece aggiungo che la prima è una cantante e violoncellista scozzese che faceva parte de Belle & Sebastian e che il secondo è un cantante statunitense che è stato la voce della band Screaming Trees e membro de Queens of the Stone Age le cose già cambiano...
Il primo album è, a mio parere, un opera estremamente riuscita, non ha ricevuto delle critiche estremamente positive, ma non è stato nemmeno bastonato, forse il tutto può risultare monotono, ma a me i western piacciono, anche per il loro essere ripetitivi, e in un certo senso quest'album è un po' un western.. un susseguirsi di folk, blues e country nel quale il buon Lanegan s'atteggia a crooner e viaggia tra Tom Waits e Johnny Cash, sembra scritto interamente per lui, ma forse è voluto, però poi la commistione delle due voci fa subito pensare a certi duetti contrastanti come Serge Gainsbourg e Jane Birkin. La particolarità è che Campbell e Lanegan non hanno registrato quest’album insieme. E’ stato prodotto e scritto dalla Campbell per gran parte a Glasgow, mentre le parti vocali di Lanegan sono state registrate separatamente a Los Angeles.
Il secondo album, ancora una volta scritto principalmente dalla Campbell con Lanegan come prima voce, si sente che l'hanno lavorato insieme. Siamo oramai nel pieno Far West, l'asciutta e austera voce di Lanegan si fonde con l'angelica e romantica voce della Campbell, la critica l'ha trovato più convincente del primo rimanendo pur sempre monotono, a questo giro direi che Lanegan suona un po' tra Nick Cave e Leonard Cohen, ma non ho ancora avuto modo di godermelo completamente. Magari col tempo cambierò idea... per ora vi lascio con un paio di pezzi da Ballad of the Broken Seas perchè lo conosco meglio e rischio di sbagliarmi meno...
Isobel Campbell & Mark Lanegan - "Deus Ibi Est"
Isobel Campbell & Mark Lanegan - "Saturday's Gone"
Isobel Campbell & Mark Lanegan - "Ramblin' Man" (Hank Williams cover)
Il secondo project è bello particolare... se per Isobel e Mark potevo giocarmela sulla ballate, qui non so dove mette le mani...
Troppa roba ci sarebbe da dire su collettivo UNKLE, mentre per descrivere End Titles... Stories for Film trovo che non ci sia nulla di meglio che le parole dello stesso James Lavelle:
Insieme a Cru7do e Daria l'anno scorso ci siamo sparati un eccezzionale live (primo tour in 13 anni in occasione dell'uscita del terzo album War Stories) con pure Josh Homme sul palco. Questo disco è in un certo senso un compendio naturale al precedente album. Pieno zeppo come sempre di collaborazioni: Chris Goss, Black Mountain, Philip Sheppard, Dave Bateman, Joel Cadbury, James Petralli (White Denim), ma anche Abel Ferrara. 22 pezzi ed intramezzi forse non tutti imprescindibili, ma sicuramente ben tessuti insieme. Vi do un coniglio: Scegliete un luogo che vi piace, che vi stimola visivamente, prendetevi un buon libro, o quel libro lì che non riuscite a terminare, selezionate l'album per intero nel vostro lettore e approffitate di questa colonna sonora.
Troppa roba ci sarebbe da dire su collettivo UNKLE, mentre per descrivere End Titles... Stories for Film trovo che non ci sia nulla di meglio che le parole dello stesso James Lavelle:
This is not the new Unkle album. It is a collection of pieces of music recorded in the two years since we completed War Stories. As we were finishing that album, Pablo Clements, my brother Aidan and I set up a studio, Surrender Sounds. [...] One of the most enjoyable areas we have been exploring over the years is the area of audio-visual collaborations, music for film, television, computer games and the like. However, there is a rather frustrating side to this type of creative endevour. A lot of the music you're making ends up sitting on the shelf, neither properly released nor heard. A waste, really we thought. So this album is our attempt to alleviate our musical frustrations whilst hoping that it will find a wider audience.
Insieme a Cru7do e Daria l'anno scorso ci siamo sparati un eccezzionale live (primo tour in 13 anni in occasione dell'uscita del terzo album War Stories) con pure Josh Homme sul palco. Questo disco è in un certo senso un compendio naturale al precedente album. Pieno zeppo come sempre di collaborazioni: Chris Goss, Black Mountain, Philip Sheppard, Dave Bateman, Joel Cadbury, James Petralli (White Denim), ma anche Abel Ferrara. 22 pezzi ed intramezzi forse non tutti imprescindibili, ma sicuramente ben tessuti insieme. Vi do un coniglio: Scegliete un luogo che vi piace, che vi stimola visivamente, prendetevi un buon libro, o quel libro lì che non riuscite a terminare, selezionate l'album per intero nel vostro lettore e approffitate di questa colonna sonora.
5 comments:
1. Apperò! Deve esserci un'aumento pazzesco di produzione di chitarre acustiche oltreoceano ;)
2. Devo ancora ascoltare, poi darò giudizio inconfutabile (hehehe)
P.S. "TempoDelRitmo" meglio di "TommyDrum"! :D
IL tournage di Superstronzo a Parigi è stato sospeso per cause di forza maggiore...
Avrei potuto girare una versione fuffa con me dietro la pianta in salone, ma avevo paura di essere sgamato e smascherato pubblicamente causa farloccheria dei miei cinedocumentari.
@Tommì ... guarda che oggi sono proprio di buzzo buono, fosse stata un'altra occasione il link l'avrei trasformato in che ne so... "TiempodelTommy" o "RenzoNelTempo".
Cio che tocca Lanegan per me è oro.
Anch'io preferisco il primo, forse perchè l'ho ascoltato meglio.
oh io ero qui che aspettavo il superstronzo a pariggi...ora ho letto, mi guarderò dottor house
porcazza la miseria, dopo aver ascoltato "tono metallico standard" degli ODP, ogniqualvolta qualcuno pronuncia il nome di mark lanegan, faccio una fatica boia a trattenere la citazione!
che esibizione spettacolare, quella degli unkle l'anno scorso. temevo un po' il concerto pacco a causa della loro stessa natura (come cazzo fai a portare in tour il risultato di decine di collaborazioni?), ed invece...
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