Saturday, July 26, 2008

From around the globe....

Visto che nel frattempo sono arrivati altri 4 cidì made in UK, forse è il caso che mantenga le mie promesse...
Nell'aperitivo vi avevo dato un paio d'assaggi... e da quest'ultimi vorrei appunto riprendere il discorso...
Partiamo con Tumi & the Volume: dal Sudafrica. Riduttivo sarebbe collocarli in una categoria, lo si sente dai primi suoni... T.I.A. (cit.) "in the band you have two Mozambicans and two south Africans, one's white Jewish, the other's black Moslem, one Mozambican's black, the other Mozambican's white." Mi pare un ottimo inizio... Una sera il rapper Tumi Molokane si presenta ad un jazz club per un poetry event... il gruppo che suona quella sera è composto da metà di 340ml (dubrockjazzhiphop electricfunk group), Tiago C Paulo alla chitarra e Paulo Chibanga alla batteria, con l'aggiunta di un giovane bassista di Johannesburg, Dave Bergman. Quella sera è nato questo collettivo che recentemente ha aggiunto una componente femminile ed estemporanea nella violinista Kyla Rose Smith.
L'altro giorno vi ho proposto Floor , che già rende bene le capacità ritmiche e di flow di Tumi e allo stesso tempo vi lascia intuire la sensibilità musicale di questo collettivo, che può suonare un po' jazzy come The Roots degli inizi, in parte Blackalicious, un po' Buck65, un po' General Electrics (che non a caso collaborano spesso con Blackalicious, qui volendo il collegamento con l'altro recensito di oggi...) . L'altro pezzo, un po' per spirito di contraddizione e in parte perché il titolo lungo mi strippava, era : Ladies And Gentlemen Up Next It Be The Raw, The Live, Known Affectionately As , un semi raw rock che sembrerebbe più Rubin Steiner che altro....
Per completare il quadro e magari invogliarvi a scoprire altro... due pezzi uno più bello dell'altro... Un funkosissimo inno continentale che sembra quasi l'afro-beat di Femi Kuti. Afrique [mp3]
Ed una marcante riflessione... sottolineata dalla partizione degli archi. Signs [mp3]

Mi sono dilungato un po' troppo.... e per Bumcello ci vorrebbe altrettanto spazio... Questo gruppo, quasi totalmente sconosciuto in Italia, è composto da due.
Vincent Segal
al violoncello e Cyril Atef alle percussioni, "Lychee Queen" è il loro 7imo album... Vincent cresciuto a Reims e Cyril, franco-iraniano nato a Berlino, ma cresciuto a Los Angeles, hanno la fama di eccelenti musicisti, hanno collaborato con moltissimi artisti quali Ben Harper, Blackalicious, Papa Wemba, gli Aswad, Vanessa Paradis, Elvis Costello, Cesaria Evora e -M- . Grazie a Julien Lourau l'incontro e la loro fusione... Un loro amico definisce Bumcello come: « musique industrielle pour pays du tiers-monde » (musica industriale per i paesi del terzo mondo) . I due pezzi che vi avevo proposto sono in parte il sunto del loro album... è un alternarsi di pezzi strumentali e pezzi cantanti, ci sono collaborazioni ovunque, e tutte di alto livello. Mi risulta difficile descrivere Bumcello, bisogna ascoltarlo e basta, può piacere e può entusiasmare, ma forse anche no.... Infatti avevo scelto di farvi assaggiare due pezzi significativi per questo motivo: Bakin' in the Sun è un pezzo tipicamente Bumcelliano con la riconoscibile voce di Cyril. Mentre House Fire Bird, pure, i ritmi sono quelli e suoni anche, certo c'è la sublime collaborazione di Magic Malik al flauto... ma la sostanza è quella...
Se siete rimasti incantati dal mondo bum+cello allora per voi ancora due chicce featuring... Il pezzone hip hop, ovvero la grossa collaborazione di Blackalicious & Friends (tradotto: buona parte del collettivo Quannum Projects). One Two Three [mp3]
Il divertentissimo pezzo cantanto da Magic Malik, che mi fa pensare a -M-, ma anche alla tradizione francese che deriva direttamente da Sergione Gainsbourg. Eurostar [mp3]


2 comments:

Anonymous said...

auguri mito vivente!

dariella said...

ma bumcello le fa tutte diversissime una dall'altra!

vero che sembra M con sti "vocini castrati".